Biodinamica e Scienza: matrimonio impossibile?

Cominciamo in questi ultimi anni ad essere sempre più abituati a quel sentimento di incredulità e di logorante cinismo che riguarda l’evoluzione della nostra civiltà.

All’inizio della pandemia, nel pieno dello smarrimento dato dallo stravolgimento del consumismo radicato nella nostra società, nelle persone più fantasiose ed amanti della natura (leggi freakkettoni) si era riaccesa la luce della speranza per un cambiamento: l’alba di una nuova epoca, fatta solo di cose essenziali, la fine del consumismo e l’approssimarsi di quel concetto di autarchia che tanto fa sognare gli agricoltori più romantici. Dopo la delusione del 12-12-12 di quasi 10 anni fa, quando il vecchio mondo sarebbe dovuto finire, questa volta le cose sarebbero forse realmente cambiate, per dare cosi alla luce la nuova era.

Come le cose sono andate e stanno andando, invece, lo abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, accendendo la tv, osservando gli sguardi delle persone lungo le strade, parlando con i nostri vicini.

Allo stesso modo nel maggio 2021 sembrava che una novità positiva potesse passare in Senato: la proposta per inserire all’interno delle agricolture “sostenibili” anche le pratiche dell’agricoltura biodinamica (proposta già discussa da diversi anni ma sollecitata recentemente dal senatore Mino Taricco nel disegno di legge 998 che regolamenta le pratiche agricole biologiche).


Cosi riportava il testo: “…Ai fini della presente legge, il metodo di agricoltura biodinamica che prevede l'uso di preparati biodinamici e specifici disciplinari, e i metodi della permacultura e della agricoltura sinergica nonché i metodi di agricoltura ad impatto conservativo per l'ecosistema, applicati nel rispetto delle disposizioni dei regolamenti dell'Unione europea in materia di agricoltura biologica, sono equiparati al metodo di agricoltura biologica”. Con l’intenzione rivolta a  “…la valorizzazione dell'agricoltura biodinamica, della permacultura, della agricoltura sinergica nonché con i metodi di agricoltura ad impatto conservativo per l’ecosistema”.

Questo avrebbe significato il riconoscimento delle tecniche della biodinamica e un impegno da parte dell’organizzazione statale per lo studio, la ricerca e quindi la valorizzazione di tecniche per la sostenibilità circolare sempre più importante. Sicuramente l’ampliamento delle armi a disposizione per un’agricoltura sempre più autentica e alla portata di tutti, meno elitaria di come si propone allo stato attuale.

Il 9 Febbraio 2022 la proposta è stata invece bocciata e le speranze di chi crede e studia queste tecniche sono state deluse aprendo numerosi pensieri e dibattiti. Agli agricoltori che utilizzano questa disciplina non serve avere un aiuto né un contributo economico (che viene già retribuito dalla certificazione bio). Ma il riconoscimento di tale disciplina ne avrebbe senza dubbio allargato la popolarità e quindi l’accessibilità economica presso il grande pubblico e ne avrebbe aumentato la sua conoscenza scientifica.

La produzione biodinamica è imprescindibile da quella di base biologica. Tutti gli agricoltori che la praticano hanno disciplinari che sottoscrivono l’esclusione di pesticidi ed erbicidi di natura chimica, hanno quantitativi di rame persino inferiori al biologico e non ne rinnegano il disciplinare. Quello che cerca di fare la biodinamica è rafforzare l’ecosistema, è riconoscere la complessità dell’organismo agricolo, è interpretare il problema come manifestazione di uno squilibrio ed agire sul riequilibrio e non attraverso il semplice utilizzo del formulato chimico. Ci si fa male dove si è deboli, e la biodinamica lavora proprio sul riconoscimento e la fortificazione. È molto simile all’omeopatia, è vero, ma va a riempire gli spazi vuoti lasciati dal disciplinare biologico. Questi spazi vuoti possono essere riempiti secondo più filosofie o tecniche. La biodinamica rappresenta una di queste.

Rudolf Steiner ha interpretato la realtà agricola e creato tecniche per la sua cura e il suo potenziamento nel 1924, epoca in cui l’industria dei concimi chimici era agli albori e non aveva ancora intaccato il substrato agricolo. Ma già gli agricoltori dell’epoca avevano bisogno di un metodo per aumentare le produzioni e rendere i raccolti più nutrienti ed energetici. Steiner creò dei metodi che utilizzavano elementi di origine naturale, che attingevano dal regno sia vegetale che animale, senza utilizzare nessun tipo di laboratorio o nessun tipo di attrezzatura particolarmente complessa. Alla base c’era la complessità di un sistema agricolo che lavorava per auto sostenersi, e che non era sordo alle vibrazioni delle influenze cosmiche. Quindi l’uomo non al centro della Terra, ma l’uomo e la Terra immersi in qualcosa di più grande. Sembra strano a volte che fra i detrattori della biodinamica ci siano persone molto vicine al mondo religioso…In un certo senso ne dovrebbero essere i meno scandalizzati. L’influenza della Luna sull’elemento acqua è visibile nelle maree, nelle sale parto di tutto il mondo, i nostri nonni hanno sempre parlato di momenti “migliori” per travasare o imbottigliare, antichi saperi sono arrivati vivi fino a poche decine di anni fa. Steiner creò metodi che utilizzavano strumenti dell’epoca, ma che rispettavano leggi universali. Col tempo queste tecniche si sono raffinate ed in qualche caso evolute, attraverso studi fatti dai suoi successori in tutto il mondo: Asia, Australia ed Europa in primis.


Al giorno d’oggi altre discipline utilizzano gli stessi principi, la stessa industria farmaceutica focalizza i suoi studi su microorganismi alternativi per la rivitalizzazione dei suoli, li riproduce in laboratorio, li liofilizza o li confeziona in forma liquida e li vende con la convinzione che siano i più selezionati ed efficienti del mondo. Con ciò non si vuole insinuare che questi non funzionino, ma si vuole sottolineare che non si può condannare un preparato naturale e poi rivenderlo a caro prezzo sotto diverse vesti.

Chi crede e applica l’agricoltura biodinamica è affascinato dall’ampia visione che si propone davanti gli occhi dell’agricoltore: la sua sensibilità viene stimolata. Un percorso piuttosto che una formula magica. È normale che non tutte le persone possano condividere o abbracciare questa filosofia. Metodi diversi per sensibilità differenti.

Ma ciò che più ha creato sconforto in tutta questa faccenda è stato sentire gli attacchi della senatrice a vita Elena Cattaneo, assieme al neo premio nobel Giorgio Parisi, che hanno attuato un catenaccio contro queste pratiche, definendole fantascienze, stregonerie, definendo terrapiattisti gli agricoltori che utilizzano i principi steineriani! Hanno fatto leva solamente sulle pratiche più particolari (il 502 e la lotta ai parassiti…sono sicuramente singolari ma ricordiamoci che siamo nel 1924!!!) senza tenere conto dell’approccio olistico di questa disciplina, senza riconoscerne i meriti effettivi e gli stimoli alla ricerca che da essa nascono. Senza mai averla provata, senza mai essere andati a studiarla in campo, senza mai essersi realmente avvicinati a questo ambiente. Tra i vini più importanti del mondo numerosi si avvalgono del metodo biodinamico, spesso senza neanche dichiararlo… Eppure questo metodo viene bollato di stregoneria. 

Tutta questa aggressività, ovviamente, fa pensare. 

Una perplessità su questa tematica rimane tuttavia oggettivamente forte anche da parte nostra: il marchio “Biodinamica” è al momento di proprietà della società Demeter Inc, che ha l’incarico di mantenere, divulgare e certificare tali metodologie, ma che ne sfrutta anche le possibilità economiche. Se ci fosse stata un’apertura istituzionale a questo metodo, si sarebbe dovuto certamente lavorare prima su una liberalizzazione del termine.

Alla fine dei conti il fatto che la proposta di legge non sia passata è probabilmente la soluzione migliore. La biodinamica non sarà istituzionalizzata, non sarà definita da un protocollo di regole e definizioni ma rimarrà un percorso esclusivo e una fonte di ispirazione per chi sceglierà di avvicinarvisi. Una reale scelta, lontana spesso dalle sue stesse certificazioni. Ma vedere la senatrice Cattaneo ovunque, da Fazio, su Radio 2, su Propoganda Live a parlare di stregonerie e definire questi agricoltori come ciarlatani terrapiattisti ci ha fatto male.

Tutta questa aggressività nel denigrare pratiche rigenerative e sostenibili hanno raggiunto il loro scopo. Ma questa mobilitazione della scienza “ufficiale” deve farci riflettere sugli enormi interessi economici che ancora oggi si celano dietro all’agricoltura convenzionale e “farmaceutica”. 

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